Valutazione età ossea, a cosa serve e quando si fa
Lo studio della valutazione età ossea è un parametro fondamentale per la previsione dell’altezza definitiva, cioè una previsione dell’altezza che il bambino può raggiungere da adulto se continua a crescere senza problemi. I neonati presentano prevalentemente tessuto cartilagineo che, in tempi diversi, si trasforma in ossa. Lo stato di maturazione scheletrica è un ottimo indice della crescita di un individuo e, pertanto, è largamente utilizzato in auxologia (settore della medicina che studia la crescita di bambini ed adolescenti). Un’età ossea ritardata rispetto a quella cronologica, pertanto, potrebbe esprimere:
- una crescita “difettosa” che potrebbe riguardare stati di malassorbimento (riduzione della capacità d’assorbimento di una o più sostanze nutritive, come carboidrati, grassi, vitamine, ecc., da parte dell’intestino tenue);
- allergie;
- malattie endocrine (delle ghiandole);
- malattie metaboliche (malattie provocate da un’alterazione del metabolismo).
Analogamente, spesso un’età ossea anticipata rispetto a quella cronologica può stare ad indicare pubertà precoce, vale a dire una pubertà che si manifesta prima di 8 anni nella femmina e prima di 10 anni nel maschio.
Come avviene la misurazione dell’età ossea?
Avviene con una radiografia della mano e del polso sinistro (per convenzione) e consente di conoscere il grado di maturazione dello scheletro di un bambino. Dall’osservazione di eventuali modificazioni nei segmenti ossei della mano e del polso, infatti, è possibile ricavare un’esatta valutazione dello stato di crescita.
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